Parliamone!
Che cos'è l'autolesionismo?
L’autolesionismo è il procurarsi volontariamente ferite, tagli, lividi, bruciature accompagnati da dolore e/o sanguinamento.
E’ un comportamento che esprime una profonda sofferenza che potrebbe mettere a rischio la propria vita, fino ad arrivare a pensare di morire o al suicidio vero e proprio.
L’idea è di trasformare il dolore dentro di sé, confuso, non compreso e intollerabile, in qualcosa di più reale, visibile e definito nell’atto del farsi male.
Quando non si riesce a dare un nome al dolore, questo diventa sempre più forte, incontenibile e sembra di impazzire.
Il cervello attiva un meccanismo di protezione con l’obiettivo di dare senso a questo dolore attraverso il proprio corpo. In questo modo, un dolore o sofferenza interna viene sentito sul corpo, all’esterno.
L’ autolesionismo può dare la falsa idea di controllare la sofferenza rendendola gestibile, con un inizio e una fine, ma in realtà provoca la chiusura e l’isolamento.
Si inizia non farne più a meno e a nascondersi sempre di più, evitando di mostrare le ferite, per paura di essere etichettato come una persona “strana” o “fuori di testa”.
Ci possono essere anche:
- Pensieri o sentimenti negativi prima di farsi male;
- Sentire un bisogno incontrollabile di procurarsi dolore;
- Pensare e ripensare continuamente a farsi del male finchè non lo si fa;
- Sentirsi sollevati subito dopo averlo fatto.
Cosa fare per affrontarlo?
Non vergognarsi, né nascondersi ma parlarne con qualcuno.
Da soli non è possibile uscirne e chiedere aiuto è un atto di coraggio!
Parlane, confidati con qualcuno, sia che si tratti di qualcosa di personale o che riguarda un tuo amico/a, perché in ogni caso non sei solo!
Come parlarne?
Puoi rivolgerti ai tuoi genitori o ad un insegnante di cui ti fidi, oppure ad un esperto come uno psicologo o un medico.
Parlare di quello che senti o di quello che hai notato in un amico/a ti aiuta e può aiutare lui o lei a considerare le cose da un altro punto di vista. E’ un aiuto prezioso in un momento in cui non si riescono a vedere altre soluzioni, se non quella di farsi del male!
Parlarne può prevenire l’aumento della sofferenza e quindi il rischio scelte estreme come farsi del male.
Solo parlandone e affrontando il dolore si può superare la vergogna ed il senso di colpa che certi comportamenti portano con sé.
Mostrare le proprie insicurezze è segno di sicurezza.
A cosa bisogna stare attenti?
Ci sono poi delle difficoltà che spesso si accompagnano o esistono già da prima di arrivare all’autolesionismo ed è importante non sottovalutarle:
- Difficile rapporto con il cibo
- Difficoltà nel comunicare o manifestare le proprie emozioni
- Non accettazione del proprio corpo e/o del proprio aspetto fisico
- Confusione sulla propria identità di genere e/o sulla sessualità
- Problematiche familiari che comportano continue discussioni e litigi
- Sentirsi soli e/o isolarsi dagli altri
- Aver subìto o subìre atti di bullismo o violenze
- Profonda tristezza o cambiamenti repentini d’umore
- Reazioni emotive incontrollate (come scatti di rabbia eccessivi e apparentemente immotivati)
- Uso e abuso di sostanze, come alcool, fumo, droghe e/o farmaci
- Aver subìto eventi traumatici, come lutti o separazioni, abbandoni o abusi di vario genere.
Cosa si fa in caso di emergenza?
In caso di pericolo di vita si deve chiamare il 112.
Inoltre è attivo 24 ore su 24 il numero del Telefono Azzurro 19696;
Infine, poiché è importante anche segnalare le situazioni a rischio prima che sia troppo tardi, ti puoi rivolgere:
- alla Croce Rossa Italiana 800-065510 per informazioni e supporto
- all’Hub Territoriale Roma Municipio 9 per un intervento di ascolto e sostegno psicologico gratuito su appuntamento al 353 4363701 o hub.benesserepsico@
gmail.com