Parliamone!

Hai mai immaginato la tua morte? 

E’ probabile che la tua risposta sia Sì.

La morte fa parte della vita e la incontriamo già nelle favole che abbiamo ascoltato da bambini dove la storia inizia a seguito della morte di uno dei genitori dei protagonisti o l’eroe deve affrontare pericoli per sopravvivere. 

Le fantasie attorno alla morte sono estremamente comuni: ci si pensa quando una persona viene a mancare, oppure per dare una definizione del senso della vita, chiedendosi cosa ci sarà dopo? O ancora, in seguito alla visione di un film o una canzone che ci fa riflettere su questo tema rimandandoci emozioni forti come la tristezza, la rabbia, la disperazione o la liberazione... 

Pensare serve a prepararsi, ad anticipare le esperienze nel tentativo di padroneggiarle. 

A volte in momenti di profondo dolore o di grande confusione, il pensiero di morire può sembrare l’unica soluzione che permette di non sentire più questa intensa sofferenza.

Può capitare di pensarci spesso, continuamente o improvvisamente.

Un pensiero che può terrorizzare: perchè sto pensando proprio a questo? Che vuol dire? Sono a rischio? Sono l’unicǝ a fare questi pensieri? Cosa penseranno di me? 

Un pensiero che può far sentire soli, in colpa, spaventati, arrabbiati, disorientati, disperati e tristi.

Forse hai provato a parlarne con qualcuno o, forse, senti di non riuscirne a parlare affatto…Forse sei già un sopravvissuto o ci sei andato tanto vicino, qualcosa o qualcuno, per fortuna ti ha fermato.

Parlarne non è facile! 

Ci si può sentire così spaventati da voler solo spegnere tutto, come si spegne una luce in una stanza.

Quello che provo non si può raccontare! Non ci sono parole che spiegano quello che sto vivendo! Che penseranno gli altri di me? Penseranno che sono strano? Si spaventeranno? Forse nessuno può capirmi.

Al di sotto di questi pensieri c’è una sofferenza che ha bisogno di essere ascoltata e affrontata.

Vergogna, senso di colpa, rabbia, impotenza e sentirsi svuotati dentro sono le emozioni prevalenti che accompagnano questi pensieri.

Queste emozioni possono sembrare delle fragilità ma in realtà sono elementi che appartengono a tutti noi e servono ad illuminarci sui nostri bisogni, come un faro che segnala alla nave la presenza della costa. 

Quando sentiamo di non avere gli strumenti per affrontare i momenti di sofferenza, parlarne è il primo passo che possiamo fare. 

Anche se a volte ci sentiamo soli, possiamo scoprire che intorno a noi abbiamo tante risorse; possiamo crearci “un posto al sicuro” anche quando non crediamo di averlo; la nostra mente è potente anche se in alcuni momenti non vede vie di uscita; il nostro dolore può diventare sostenibile e trasformarsi nel tempo anche se oggi non è tollerabile.

Esprimere i nostri pensieri, le nostre emozioni e le nostre sensazioni fisiche quando queste sono scomode e difficili ci aiuta ad abbassare la carica emotiva. Abbassare la carica emotiva permette al nostro cervello di aprirsi alla ricerca di soluzioni alternative per soddisfare la sofferenza invece che eliminarla con una X.

Soddisfare la propria sofferenza significa non solo riconoscerla, ma osservarla, elaborarla comprenderla, e questo da soli non riusciamo a farlo.

Non sei solo! Non avere paura, prova a esprimere i tuoi pensieri e le tue emozioni.

A volte possiamo rimanere stupiti di sapere che attorno a noi  ci sono persone che hanno voglia di ascoltarci. 

Siamo sicuri che attorno a te troverai chi saprà ascoltarti!

 

Se sei un adolescente e...

  • Provi umiliazione, tristezza, rabbia
  • Hai difficoltà ad alzarti la mattina
  • Vedi un problema più grande di te e vorresti fuggire
  • Non hai voglia di vedere gli amici
  • Hai perso l'appetito o ti abbuffi
  • Pensi che farti del male risolverebbe il problema
  • Hai pensato alla morte per risolvere la situazione
  • Il dolore e l'angoscia sono sempre più presenti
  • Ti sembra di non resistere più senza farti del male
  • Pensi continuamente alla morte come soluzione al problema

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